Aldo

Famà

 

il dinamismo della linea

 

 

           

Secondo Salone d'Autunno dell'Arte Triestina, Palazzo Costanzi, Sala Veruda

Trieste - Piazza Piccola, 2 dal 12 al 26 ottobre 2008

 

Oltre cinquanta artisti hanno esposto le loro opere nella seconda edizione del "Salone d'Autunno". Tra loro, l'artista Aldo Famà, con l'opera “Turno di Notte”, olio su tela cm 80 x 100.

Di seguito, il commento del curatore, Enzo Santese.

In occasione della precedente edizione del Salone d’Autunno, è stato espresso l’auspicio per una manifestazione che non si esaurisse nell’episodio della prima rassegna, ma diventasse un appuntamento con cadenza annuale, in cui dare spazio alla realtà creativa non solo della città, ma di molti artisti che con Trieste hanno una consuetudine di visite, scambi, relazioni.

E' per questo che la mostra si presenta ancor più ampia nei contenuti e dilatata nell’area di provenienza dei partecipanti. Il risultato è quello di una vetrina, densa di segnali che rimandano alle più diverse tensioni espressive del panorama dell’arte, nel quale si riconoscono alcune linee conduttrici: innanzitutto uno sguardo alla fisicità del paesaggio che, filtrato attraverso l’occhio, viene trasposto sulla pagina dipinta come l’annotazione di uno stato d’animo; la figura, declinata in molteplici varianti, anche secondo le indicazioni del cinema, della televisione e dei circuiti telematici; la riduzione della tela a uno spazio di fluttuazione per elementi desunti dalla geometria; l’ironia tesa ad addolcire gli effetti di una considerazione problematica della realtà; la superficie come un diaframma illusorio tra il finito e l’indeterminato, quell’area che, imperscrutabile ai sensi, è conoscibile con la fantasia; il senso di una prospettiva che si perde della sequenza di piani sovrapposti; l’interpretazione della logica tridimensionale con soluzioni che privilegiano di volta in volta la materia, la forma, la dinamica dei pieni e dei vuoti. Nel gran numero dei partecipanti si registrano gradazioni di valore che arrivano decisamente a punte di alto profilo e di prestigio, convalidato in varie circostanze di confronto e di esposizione.

Ma c’è uno spazio anche per quegli operatori che, accostatisi da poco alla necessità della pittura o della scultura, sono sulla via di una propria identità attraverso sperimentazioni desunte dalle emissioni più aggiornate dell’arte contemporanea. In tal modo le urgenze esistenziali e le proiezioni immaginative trovano pertinenti traduzioni comunicative in un’ampia gamma di opzioni espressive, dai codici della tradizione a quelli della nuova realtà mediale elettronica. E allora proprietà estetiche e funzioni semantiche di alcune opere reclamano una lettura partecipata e protratta nel tempo, ricca com’è di stimoli molteplici che giungono all’osservatore attento. Nel ventaglio di proposte, contenute in questa rassegna, vi sono indubbiamente varie presenze autorevoli dello scenario triestino e regionale, che con il livello della loro opera danno uno slancio di sicura rappresentatività all’evento. Il Salone d’Autunno parte ovviamente da un nucleo nutrito di artisti conosciuti nell’ambito non solo ristretto della provincia, ma anche nelle aree di Austria, Slovenia e Croazia, con cui sono sistematici gli scambi espositivi e i convegni culturali. Questa città, a cui a storia ha assegnato un ruolo così difficile, è stata in più riprese un luogo sollecitante di incontri tra artisti di diverse zone di formazione, sensibilità e derivazione geografica.

La manifestazione è un modo per innescare, nei partecipanti, dinamiche di verifiche delle proprie strategie compositive, di maturazione favorita da ripetuti progetti espositivi comuni, di amicizie che si legano anche alla consonanza poetica o operativa dei singoli. La rassegna offre alla città la funzione di “vetrina informativa” in quest’area centrale Europa che ha sbiadito l’idea di frontiera e caricato di nuove positive valenze significanti il concetto di confine, come linea che mette in diretta comunicazione due o più mondi che si arricchiscono a vicenda, mutuando i rispettivi slanci e dilatando gli orizzonti specifici. Al visitatore spetta il compito di estrapolare in mezzo alla grande congerie di suggerimenti potenziali, quelli più consoni alla sua sensibilità e aspettativa. Il secondo Salone d’Autunno si cobra di un apporto che nobilita ulteriormente la manifestazione: la presenza di uno dei musicisti più veri e più geniali della città, Silvio Donati che, quando suona una sua composizione al pianoforte, sa far entrare il pubblico nell’atmosfera che l’ha prodotta e assaporare l’essenza dell’armonia. Con la sua “Chinggis’ Limbe” intende creare una connessione strett a tra note, colori e forme in un concerto di sensazioni, che diventano caleidoscopio di un tempo ben determinato e di uno spazio, che da Trieste si allarga a raggiera verso i territori contigui.

Enzo Santese

Ti informiamo che questo sito utilizza dei cookies necessari al suo corretto funzionamento. Con riferimento al provvedimento "Individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei cookie – 8 maggio 2014" (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014), si descrivono in maniera specifica e analitica le caratteristiche e le finalità dei cookie installati su questo sito indicando anche le modalità per selezionare/deselezionare i singoli cookie.