In occasione della mostra del maggio 2012 presso la Sala del Consiglio della Regione Friuli Venezia Giulia, il commento di Franca Marri.
Una leggenda vuole che Cimabue avesse scoperto la virtù di Giotto nell’ umile pastorello che raffigurava una pecora su un sasso. Certo è invece che un padre cappuccino del Convento di Montuzza, il quale addestrava i ragazzi nel footbal, intuì il talento artistico di Aldo Famà e gli affidò il compito di compilare il giornale murale della squadra. Aldo comprese, davvero precocemente,
Si può ben dire che l’arte magica di Aldo Famà è giunta ormai alla perfezione formale e ad un icastico livello di profondità e di introspezione.
Aldo Famà, o dell’astrazione profonda, fantastica e geometrica. Con garbo, misura e intensità, il pittore e incisore triestino opera da più di quarant’anni a Trieste e altrove. Autodidatta in pittura e allievo, per quanto riguarda l’incisione, Aldo Famà, o dell’astrazione profonda, fantastica e geometrica.
Conoscere Aldo Famà è sempre un dono dello spirito. La sua inscalfibile purezza di fondo, la sua saggia semplicità incantano chi lo avvicina e chi più ancora ha una lunga frequentazione con lui.
“Creare è ancora possibile” scriveva Giulio Carlo Argan nel lontano 1956, quando un giovanissimo Aldo Famà cominciava timidamente ad affacciarsi sull’universo della creazione artistica. A mezzo secolo di distanza, e se ci si vuole credere, la frase non ha perso d’efficacia per chi, come il pittore triestino, affronta l’atto creativo con immutata fiducia nelle infinite combinazioni che segni e colori gli offrono.
L’ESSENZIALE E POETICA ASTRAZIONE DI ALDO FAMÀ
Coerenza esemplare e rigore formale nel lavoro dell’artista triestino.
Con quel che oggi si vede in giro e che ci viene spacciato per “arte” è davvero rasserenante, e per molti versi stimolante nel giusto riappropriarsi dei concetti e dei termini di confronto in un ambito nel quale regna sovrana la confusione e spessissimo la malafede,
Agli inizi del suo iter artistico, Aldo Famà, pittore e grafico triestino che si è dedicato saltuariamente anche alla scultura, ammirava soprattutto i lavori di Spacal.
È con vivo piacere e con grande orgoglio che mi onoro di presentare questa mostra di Aldo Famà. Vivo piacere per una bella, raffinata ed intelligente pittura, orgoglio per la circostanza particolarmente significativa della prima (sembra quasi incredibile) personale di un artista che da più di vent’anni si fa onore sulla scena espositiva regionale,