La pittura di Aldo Famà si è sviluppata nel severo territorio di una astrazione appena a tratti allusiva, e più nella scelta tematica che nella restituzione visiva. L’iniziale interesse per il postcubismo, l’espressionismo, l’astrazione lirica (sui versante di Klee e Spacal) e il conseguente muoversi tra la dimensione razionale e quella organica spiegano il costituirsi della maniera attuale.
La mia natura animalesca mi porta a fiutar pittura con ansiosa rapacità, pur essendo privo di quel fondamentale istinto – studiato dalla prossemica – che guida la bestia nel trovare le giuste distanze tra sé e l’altro. Perciò invidio gli esperti di pittura (ma non mi scambierei con loro).
La perfezione formale potrebbe abbagliare. Ma i quadri di Aldo Famà non sono soltanto dei raffinati giochi estetici, come potrebbe apparire ad occhi frettolosi: sono anche e soprattutto (come dire ?) dei piccoli apologhi morali. Si tratta di aggiustare la chiave di lettura, cioè di leggere dentro.
Famà attribuisce al contrasto tra gli Impasti meterici circoscritti come frammenti e le stesure astratte più pacate il significato di uno scontro tra tendenze razionali ed armonizzanti, impegnate ad arginare li disordine vitale dell’esperienza.
CAMPI DELLA MEMORIA E ARCHIVI DEL COLORE.
Il viaggio astratto nella pittura di Aldo Famà
La pittura di Aldo Famà ha un carattere schietto e delicato. Nel tempo l’artista ha conquistato un linguaggio pittorico essenziale, che si è manifestato nella scelta di immagini astratte e che comunica sempre con parole asciutte, prive di enfasi o di ripiegamenti intimistici.
FAMÀ, L’INESPRIMIBILE CHE E’ IN NOI
Si può ben dire che l’arte magica di Aldo Famà è giunta ormai alla perfezione formale e ad un icastico livello di profondità e di introspezione. Il racconto interiore che l’artista dipana in termini sempre più allusivi, coagulati e rastremati attorno ai nuclei basilari della sua ricerca, è pervenuto infatti al suo diapason; e se talora resta ancora certa “difficoltà” ad essere letto o intuito nella sua essenza più intima attraverso i significati simbolici che cela e le sotterranee corrispondenze di cui è pervaso, pure dischiude quelle specole, quegli interstizi essenziali nei quali è possibile insinuarsi redditiziamente ai fini di una concreta perlustrazione e di una verace comprensione del suo senso e del suo valore.
Nato a Trieste, Aldo Famà nel 1982 è stato uno dei fondatori del Gruppo 5, convinto assertore della tendenza astratta nella pittura e nella grafica. Su quella linea è andato maturando una propria riconoscibile posizione nello scenario dell’arte regionale.