Dal 1° al 30 luglio 2023 - Le opere di Aldo Famà dal 1992 al 2016
Inaugurazione sabato 1° luglio – ore 11
Presenta:
Walter Chiereghin, direttore della rivista “Il Ponte Rosso”
Con l’intervento di:
Fulvio Senardi, Presidente dell’Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione
Orario feriale 10.30 – 12.30 / 15 –18. Lunedì chiuso
Via Bamberga, 53 – 33010 Malborghetto UD – Telefono 0428 64970 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Appuntamenti collaterali:
Sabato 22 luglio – ore 11
Intervento di:
Franco Rosso, critico d’arte, che illustrerà il percorso 3D nell’arte di Famà. Laboratorio condotto dal progettista Daniele Lucà, esperto in stampa 3D, con dimostrazione pratica sull’uso della stampante 3D in ambito artistico.
Domenica 30 luglio – ore 11
Finissage con visita guidata
Famà: dove eravamo rimasti?
La mostra allestita a Palazzo Veneziano ha un antefatto risalente al 1994. quando, nei medesimi spazi, s’era realizzata un’altra personale dell’artista triestino. Il percorso espositivo di queste due rassegne, a distanza di quasi trent’anni, prende avvio da un identico incipit: una serie di dipinti, autonomi l’uno dall’altro, ma collegati tra loro da una fascia data da una campitura di colore bruno che li percorre attraversandoli, suggerendo una lettura unitaria delle quattro opere, che sembrano accostate in maniera da comporne una soltanto. È una metafora che riassume compiutamente l’itinerario creativo di Aldo Famà, una parabola evolutiva che procede per approfondimenti successivi, nessuno dei quali nega né abbandona quelli che lo hanno preceduto. È anche una testimonianza di un agire artistico – inscritto integralmente in una poetica di astrattismo geometrico – che si manifesta nel prosieguo della mostra, dando risalto al costante assillo di ricerca che ha connotato la sua produzione.
Le opere esposte sono state realizzate in una fase della avanzata maturità dell’artista, e tanto riconoscibili per la coerenza formale che le contraddistingue da non necessitare nemmeno della firma dell’autore. Tutte sono comprese all’interno di una poetica basata su un lirismo sofisticato e al contempo appassionato, di forme che si compongono in articolati percorsi sulla tela, disponendosi sulle larghe campiture dello sfondo, distinte tra loro non soltanto dalle squillanti contrapposizioni del colore, ma anche dalla ricorrente presenza di aree evidenziate da un materico inspessirsi della superficie, ottenuto mediante materiali eterogenei quali carte da parati, tessuti, fogli di sughero, cartoni ondulati o semplicemente da uno spesso strato di colore ad olio, che offre una profondità aggiuntiva alla composizione, staccandosi dalla bidimensionalità della superficie dipinta.
La mostra si conclude nel segno di una tecnica innovativa che porta alle estreme conseguenze il superamento della costrizione in due sole dimensioni imposto dalla superficie di un foglio o di una tela. Anche in un non recente passato, Famà era stato tentato dalla terza dimensione e s’era quindi cimentato con la scultura, percorrendo tecniche tradizionali di modellazione. Ma la sua inesauribile volontà di esplorare nuove modalità d’espressione lo ha condotto, grazie alle possibilità offerte dalla più recente tecnologia, a utilizzare la stampante 3d per tradurre in solidi le figure piane che avevano costituito il leit motiv della sua pittura, tracciando, tra i primi, la via di una nuova scultura che certo sarà perseguita da altri artisti, dopo di lui.
Walter Chiereghin
Aldo Famà in mostra presso il Museo Revoltella a Trieste dal 4 novembre fino al 25 aprile 2023
La mostra: "Scultura nelle raccolte del Museo Revoltella" dal Canova al XXI secolo
Pochi mesi prima della scomparsa nel 2021 Aldo Famà decise di donare quest’opera al Museo Revoltella assieme a tre dipinti.
La scultura appartiene a quel gruppo di opere che rappresentano il percorso della maturità materica fino agli sviluppi con la tecnologia 3D dell’artista.
Utilizzando una tecnica assolutamente all’avanguardia nei primi anni del 2000, Aldo Famà ha tradotto le immagini delle sue tele in sculture stampate in tre dimensioni e dipinte successivamente da lui stesso con colori acrilici.
La procedura parte dal modello digitale dell’opera tramite il programma CAD successivamente viene stampato, dunque trasferito nella terza dimensione (grazie alla collaborazione con lo Studio Arsenal e con Daniele Lucà).
Aldo Famà non ha mai smesso di sperimentare in modo sempre attuale e innovativo. Lo si può osservare fino alle ultime creazioni che testimoniano ”la tensione di molti artisti dall’accentuata sensibilità grafica che intuiscono le potenzialità insite nella linea verso la terza dimensione” (Accerboni, 2019).