Agli inizi del suo iter artistico, Aldo Famà, pittore e grafico triestino che si è dedicato saltuariamente anche alla scultura, ammirava soprattutto i lavori di Spacal.
Data forse da allora la sua tendenza base rivolta all’impegno formale, alla generale armonizzazione degli elementi del quadro (o della grafica), alla ricerca della concordanza con il piano pittorico e, nel medesimo tempo, al rifiuto di suggestioni e illusionismi propri del modo classico.
La natura del pittore triestino, rispetto a quella di Spacal, è però più mediterranea (i suoi antenati provengono dalla Sicilia e da Lussinpiccolo), e perciò egli interpreta in modo più diretto la tradizione estetica italiana.
Famà ha formato così, attraverso gli anni, un mondo ed un linguaggio plastico tutto suo, al quale è quasi impossibile trovare delle analogie dirette.
Si può comunque constatare, come già detto, un orientamento di fondo essenzialmente estetico e non è quindi un caso che il pittore aspiri continuamente alla bellezza formale, tendenza che però si esprime nell’ambito delle tecniche moderne e delle nuove strutture che sono nate, cresciute e poi parzialmente decadute, fra gli anni ’50 e ’60.
L’artista sente l’appartenenza sensuale, sentimentale, estetico – culturale a questa sfera che lui non solo ha saputo rianimare, ma anche sviluppare. Il tema astratto dei suoi quadri diviene perciò un fertile terreno d’azione per tale ricerca estetica e per l’espressione della stessa in tutti i suoi ambiti.
Gli elementi di tale creatività pittorica (e in parte grafica) sono il piano-figura, la linea, la struttura, il colore ed il tono, cioè cose che possono essere considerate comuni e convenzionali; però assolutamente originali appaiono il modo di percepire il piano-spazio e la dinamica del gioco pittorico, il primo inteso come un diretto riflesso di vita spirituale, la seconda mediata attraverso un’estetica particolare nel purismo delle forme e dei colori, concepita in modo rigoroso come nel design, ma messa anche, nel contempo, di fronte ad un alternarsi di strutture e forme, di linee ponderate e vivaci, sino a divenire più ambiziosa e maggiormente espressiva sia dal punto di vista soggettivo che generale.
Attraverso tale percorso pittorico Aldo Famà non ha soltanto dato forma al suo sentire artistico ed espresso in modo suggestivo la propria interpretazione estetica, ma ha anche confermato che un concetto d’arte non può mai dirsi esaurito e che uno schema estetico, apparentemente compiuto, può essere fonte di adattamenti sempre nuovi nell’immenso campo delle variazioni ed interpretazioni di tutto ciò che vi è di prezioso nell’uomo.